Frutto di due differenti soggiorni in Giappone realizzati a distanza di qualche anno fra loro nell Agosto del 2013 e del 2015 , Dreamed in Japan è la storia di un innamoramento fra una fotografa e un paese e una cultura lontane e allo stesso tempo bellissimo esempio di quanto distante possa portarci una passione vera ed un autentica visionaria .
Il Giappone di Sharon Formichella ha infatti una sostanza allo stesso tempo onirica e sensuale fatta di volti, corpi, animali. Il suo bianconero forte, contrastato, talvolta molto drammatico, è certamente debitore della lezione stilistica di Daido Moryama, ma rispetto al realismo diaristico ed esistenziale del grande fotografo giapponese impegnato in un lavoro di estenuante esplorazione del proprio mondo, quello di Sharon è giocoforza lo sguardo di una straniera occidentale in cui al dato reale, si somma e si sovrappone una forte componente immaginaria che si sostanzia spesso nelle sue fotografie nella giustapposizione dei piani visivi e nell’ampio ricorso a immagini riflesse, sovrapposte e stratificate su superfici speculari come, ma non solo, nelle splendide fotografie realizzate nell’acquario Acquario Kaiyūkan di Osaka, che rimangono certamente fra le più emblematiche di questa storia. Ecco forse il sogno-sognato in Giappone da Sharon ed espresso in questa sua tumultuosa raccolta fotografica rimanda, più che nello stile visivo nella drammatica sceneggiatura di una vertiginosa distanza, a Hiroshima Mon Amour il film capolavoro del 1959 di Alain Resnais che narra l’incontro breve ma sconvolgente fra un’attrice francese e un architetto giapponese nell’immediato dopoguerra.
A cura di Sandro Bini e Giulia Sgherri